Talvolta ti scordi di quello spazio segreto dove riponevi le tue parole -disagio del cuore, sofferenze, bugie, essenze di meraviglia, scorni, battute, dolori inaspettati e altri cercati (stupida mossa l’amore)-
Talvolta ti scordi di quell’allegria che avevi, scaldava le giornate tiepide di sole, gironzolando intorno – un ballo, un’armonia, un letto d’orgasmo, un insieme che brucia (chi lo ricorda l’amore?)-
Talvolta ti scordi dei visi, quelli belli che facevano di te primavera, il rifiore del grano – un seme nel taschino, il vento bruciato sul viso, il soffione che vola, testarda disdetta del treno, quel viaggio mai fatto e quello da fare (dannato il desiderio d’amore)-
Talvolta ti scordi che qui costruivi parole (strangola la gola il riconoscere l’amore)
Sabato, itinerario dell’abbazia a Morimondo. 19 km a piedi immersi nel giallo delle risaie, tra ranocchie saltanti e granchi rossi -sí, ci sono i granchi rossi della Louisiana a Morimondo- prede di Ibis voraci.
Passa un uomo in bicicletta, si annuncia scampanellando, si ferma e saluta. Ha 83 anni, “in perfetta salute” ci tiene a precisare, “è merito di mio figlio, sa, è medico”. Risponde al telefono “Sono qua con dei giovani” dice, mentre ribadisco di avere 54 anni.
Parliamo di come si possa vivere sereni e a lungo. “Dovremmo tutti chiamarci Andrea, che si sveglia ogni mattina con una nuova idea” incalza senza mai scendere dalla bicicletta, accompagnandomi nel cammino. “E vivere come i marinai, che hanno sempre davanti a sé un orizzonte”
Riprende la conversazione al telefono e affretta il passo. “Vi saluto con rispetto” dice mentre, pedalando, se ne va.
Lavoro sola, al mio tavolo; se alzo lo sguardo incontro un grande acero nel mio giardino che ora è verde ma tra poco mi donerà i colori dell’autunno.
Ho un tempo in cui devo concentrarmi, un altro in cui posso, lasciando le mani scorrere secondo ciò che sanno -mushin-, dedicarmi al nulla, all’essenza del vuoto, un dono meraviglioso che mi concedo per rigenerare la mente e il corpo.
C’è anche il tempo per i pensieri, per esplorare le linee che si dipartono da una tecnica così antica e profonda: il Giappone e la sua storia, la ceramica e il suo lavoro, la psicologia e la metafora e il tè e la sua ineguagliabile quiete. Lavoro sola ed è cammino e crescita dentro di me.
Da quanti anni sto pensando alla tazza -Mancanze-? Una tazza realizzata con l’arte Kintsugi che avesse dentro di sè tecnica e creatività, una sfida di tempo – ho impiegato più di 4 mesi per la sua creazione, dallo studio alla definitiva forma-, una sfida di incastro e geometria, di colori, piccoli dettagli e grandi campiture. Da parecchi anni. Ho accolto quindi con entusiasmo la chiamata“Sono tazza di te” di DcomeDesign: “Sono tazza di te! dal 5 al 10 settembre in contemporanea con il Supersalone 2021 di Milano, a Casa Museo Boschi di Stefano, la splendida sede che ci ospiterà nella storica cornice del Laboratorio di Ceramica Marieda di Stefano.”
Sono tazza di te è stata l’occasione per cominciare a creare.
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-Mancanze- è una tazza realizzata con tecnica Kintsugi – Yobitsugi Ho ricercato una base e su quella, con rotture mirate e ridefinite, ho creato la struttura seguendo la tecnica tradizionale giapponese: lacca urushi e farina per l’incollaggio, lacca urushi, tonoko e segatura di legno per le stuccature e i riempimenti, kuro urushi per l’impermeabilizzazione, lacca rossa bengara e polvere d’oro puro.
-Mancanze- Kintsugi Chiaraarte Kintsugi tradizionale giapponese, lacca urushi e polvere d’oro puro – Yobitsugi – Tazza in gres, cocci in ceramica. Misure:diam 12 cm, H: 8 cm
Con grande piacere la mia tazza -mancanze- è stata scelta da Anty Pansera e Patrizia Sacchi tra le 14 tazze -special guest-, un onore unico e prezioso, anche e soprattutto perché la mia tazza, insieme alle altre 14, sarà battuta all’asta da Jean Blanchaert a favore della Fondazione Arché con l’obiettivo di organizzare e sviluppare un laboratorio di decorazione ceramica a cura dell’Associazione Impronte di Nova Milanese, per le donne supportate dalla Fondazione Arché, aperto al territorio.
“Mancanze” è una tazza che immagino da tempo: cocci di ceramica diversi tra loro uniti dalla lacca urushi, farina, polvere d’oro puro. La tecnica tradizionale si chiama Yobitsugi, una parola che significa mettere insieme, mescolare, unire. “Mancanze” parla di quando perdiamo pezzi di noi e ci sentiamo persi. Di quando troviamo qualcuno affine a noi che ci colma e ci dona una nuova preziosa unicità.
Milano, 5-10 settembre 2021 Casa Museo Boschi di Stefano Laboratorio di Ceramica di Marieda di Stefano Via Giorgio Jan 15, Milano Orari: dalle 10 alle 17.30 Ingresso libero
Inizio il 2021 con uno dei restauri Kintsugi più entusiasmanti del 2020: l’artistaFrancesco Vullo, durante il primo lockdown, ha partecipato a un mio corso online di Kintsugi tecnica moderna.
Ne è nato uno scambio interessante e molto creativo che mi ha portato a fare parte della sua nuova opera “AFTER THE NIGHT“con il restauro Kintsugi tradizionale con lacca urushi e polvere d’oro puro.
Vi consiglio di seguire Francesco Vullo nella pagina instagram https://www.instagram.com/fra_vullo/ per ammirare la bellezza dell’opera e comprendere, passo passo, la lentezza e profondità del progetto.
Più avanti vi racconterò le varie fasi di restauro; per ora ringrazio con stima e riconoscenza Francesco per avermi resa partecipe di un lavoro che è arte e metafora potente di rinascita.
Questo tempo nuovo ci sta mettendo alla prova. Tutti, nessun escluso. Dobbiamo affrontare cambiamenti, sospinti da un vento impetuoso del quale non si conosce la rotta e, peggio, la destinazione. Io, a restare salda, faccio fatica. È complicato e spesso faticoso, ma, quando il vortice del vento si placa, mi fermo a riflettere e metto in atto cambiamenti, prove e decisioni nuove, spesso, molto spesso, ardite e inaspettate. Alcune funzionano. Altre no
È la vita, o l’accetti e vai avanti o ti fermi. Ma davvero hai voglia di fermarti? Questo tempo nuovo mi sta mettendo alla prova e l’ho raccontato qui, qualche mese fa, i miei cocci sparsi I cocci, raccolti a terra durante le mie passeggiate nel Cilento, mi hanno fatto pensare alla creazione di nuovi ciondoli, una linea originale, CLOSEU2 TERRA:
Close2U TERRA è una edizione limitata di ciondoli fatti di cocci di ceramica di scarto raccolti a terra sui sentieri del Cilento.
Durante le mie vacanze passate ho camminato lungo i sentieri a picco sul mare, tra la vegetazione intravedevo il blu, la sua forza possente. A terra, tra caldo e fatica, ho raccolto i cocci gettati dall’uomo, piastrelle di cucine e bagni, stoviglie, frammenti di vita vera, vissuta, e chissà come, finita.
Close2U TERRA sono ciondoli imperfetti, rustici, le ceramiche paiono sbiadite a tratti ma più che mai sono colme di vita vera. Profonda, scavata nella terra, tornata alla luce, rinata. Ho immaginato di unire i cocci pensando a noi, a quei pezzi di noi che si sgretolano a terra: le mie mani li hanno raccolti e riportati alla luce.
I ciondoli sono realizzati da me con la tecnica tradizionale Kintsugi, il retro è in lacca nera e i cocci sono uniti da linee in oro puro.
Da un mese e mezzo ho ordinato la polvere d’oro in Giappone. Da un mese e mezzo la sto aspettando. Il covid ha fatto dimezzare i voli e così lo spazio cargo. E così sto aspettando. Potrei usare polvere d’oro imitazione, polvere bronzata…ma perderei la mia idea di Kintsugi, tradizionale, unico e prezioso. Se usassi oro imitazione sarebbe uno dei tanti ciondoli che si trovano, io voglio creare qualcosa di unico e anche nella piccola linea, voglio mettere oro puro, quel valore forte che unisce le persone, così come i miei ciondoli CLOSEU2 raccontano.
E così aspetto. Coraggiosa nella forza della mia fedeltà
Avrei potuto scegliere la via facile di una semplice linea dorata sulle crepe: ho scelto invece la via lunga e poetica della tradizione. La tecnica è quella tradizionale giapponese, che prevede, come dalla fine del 1400, lacca urushi, farina di riso, tonoko e polvere d’oro puro 24kt. Non uso tecnica moderna, resina epossidica, polvere imitazione oro e oro a pennello.
Cerco di lavorare non solo con la tecnica ma di ritrovare anche la poesia.
Ogni oggetto, anche piccolo e per certi versi comune, ha una storia degna di essere narrata
Autunno, la pioggia incessante, il cielo grigio, i tempi incerti e spesso incomprensibili. Un senso di intimo scoraggiamento sembra avvolgerci, come una nebbia fitta e imperscrutabile. È questo il momento il cambiamento. Nessuno ci ha detto che sarebbe stato facile, che le nostre libertà sarebbero state per sempre, che gli agi, le comodità, la “comfort zone” che ci siamo creati sarebbe stata immobile.
Lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo qualcosa che ci avrebbe destabilizzato, magari non abbiamo immaginato che sarebbe accaduto a tutti, tutti insieme. Ma è forse ancora di più questa la forza per darci il coraggio di spostare il nostro equilibrio, i nostri baricentri, per guardare oltre. Per inventare qualcosa di nuovo, che potrà essere anche il nostro futuro – perché i cambiamenti ci portano avanti, mai indietro- Io accetto questo tempo dove non ho possibilità di fare altrimenti, provo a cambiare dove posso, studio e mi informo dove non conosco.
E brillo del mio oro, dove so di poterlo mettere.
Kintsugi tradizionale giapponese. Lacca urushi, polvere d’oro puro su piatto. Tempo di realizzazione 1 mese e mezzo
Questa sono io, sono i miei cocci. Sono partita per una meritata vacanza dopo mesi difficili, per me, per tutti, dieci giorni di mare, sole, passeggiate. Avevo cominciato a svuotare la mente -due giorni soli di vacanza possono fare miracoli- e ho ricevuto la telefonata di mio figlio, che vive lontano, che non vedevo da 8 mesi, con la rottura del perone, da operare. Avrei dovuto essere io quella forte, fargli coraggio – l’ho fatto, di fuori l’ho fatto- ma dentro mi sono sentita precipitare e sono caduta a terra, in tanti cocci. Le mie vacanze non sono mai semplici, non so se sia destino, non so come chiamarlo
Ogni anno al rientro a casa ci contiamo per vedere se ci siamo tutti, interi e sani – colica renale, ricovero in ospedale, Francia -ginocchio bloccato, pronto soccorso Peschici -tenda bruciata, Francia -portafoglio rubato, Lago di Garda
Ci concentriamo per divertirci, poi alla fine ne ridiamo sempre, ma anche i parenti si domandano al nostro rientro: “come è andata quest’anno?”
– macchina con sistema elettrico bruciato, Francia, vacanza senza contachilometri e tergicristallo. -macchina rotta ferma in corsia di sorpasso a 130km, poi ripresa, poi ferma definitivamente il 15 agosto in una strada desolata a Bari. – dito mignolo incastrato in un moschettone, lussazione e pronto soccorso, riabilitazione in vacanza, Francia -rientro per problemi urgenti, Normandia
Quando è suonato il telefono ero a piedi in cima a una bella passeggiata a Pollica, da lontano il mare, in mano una fetta di pizza rossa…i cocci sono caduti, li ho sparpagliati lontano.
Mio figlio è stato operato a Dubai e due giorni fa è rientrato a casa. Sta bene, è giovane e guarirà in fretta per tornare al più presto a fare quello che ama. I miei cocci sono ancora sparsi, sono tutti diversi, sono i pezzi di questi anni passati e superati, ogni volta con maggiore fatica e consapevolezza che il tempo è uno solo e che l’imprevisto è dietro a ogni angolo, nascosto. I miei cocci hanno bisogno di cura. Prima ancora della ricostruzione, di cura. Sarà il kintsugi la mia cura. Saprò anche questa volta saldarmi forte, ora che dentro sono un vetro in frantumi.