“Come oro nelle crepe”

Se la delicatezza è un dono, la fragilità è un talento. Occorre coraggio per esserlo, fragili intendo; occorre essere centrati sul proprio dolore per dedicarsi la fragilità.
Occorre aver fatta tanta strada per concedersi il lusso di mostrarla questa nostra fragilità di esseri umani, fragili, rotti, a pezzi scomposti, fragili sul corpo, nell’anima, sul cuore.
Fragili, segnati dalle cicatrici, per questo unici. Noi.

Gioia di Biagio nasce a Firenze nel 1985. Intorno a sette anni, a conseguenza di svariati problemi fisici, scopre nei suoi geni quelli della sindrome di Ehlers Danlos, una sindrome rara, rarissima, che porta ad alterazioni del tessuto connettivo.
Gioia si ferisce, Gioia si lussa una spalla, Gioia cade e si taglia il mento, Gioia vive dentro a una bolla di cristallo, Gioia non correre, Gioia non cadere.

Gioia si nasconde, nasconde le sue ferite, ha paura dei giudizi dei bambini, ha paura di sé. Ma Gioia ha una luce dentro, che scalpita e brilla da sotto le ceneri di una vita dolorosa e predatrice. E così Gioia diventa oro, rinasce da sé e si mostra, timidamente prima, poi con passione, mostra e insegna, con le sue dita dorate, che la fragilità non si deve combattere ma si può solo vivere. Amando, Amandosi.

Ho incontrato Gioia un anno fa, felice che la mia arte Kintsugi le sia servita per prendere consapevolezza di un percorso importante come quello di “Come oro nelle crepe”, nato nella sua mente, realizzato per la prima volta a Milano, alla Corte di Miracoli, ora un libro, una performance artistica, un atto di presa di coscienza.
Per Gioia, per tutti noi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Info per approfondire

Il libro in vendita Mondadori 
Fragile, progetto fotografico di Ilaria di Biagio, sorella di Gioia 
Le cardamomò, gruppo musicale dove Gioia suona da anni 
Associazione italiana sindrome di Elhers Danlos Onlus 

 

5 pensieri su ““Come oro nelle crepe”

Lascia un commento