“Shit and die”: Torino-Artissima 2014. “E mo’ me lo segno”

Chi di voi non conosce Maurizio Cattelan, l’artista? Su avanti, si alzino le mani!
No, non il dito medio no. Quello solo per chi lo conosce, l’artista Maurizio Cattelan, intendo.

"Dito medio"-Maurizio_Cattelan Piazza_Affari_Milano

“Dito medio”-Maurizio_Cattelan
Piazza_Affari_Milano

Provocare è il modo in cui Maurizio Cattelan  intende fare arte. Un’arte che deve scioccare, sconvolgere, schifare anche; che porta alle volte a distogliere lo sguardo.
Chi si ricorda i bambini impiccati? (io la foto non la voglio pubblicare di prima mattina, ma chi non li conosce, clicchi qui )
Un’arte assurda che però piace. Piace al punto che Maurizio Cattelan è l’artefice di ONE TORINO, la mostra che in esterna segue in parallelo Artissima 2014, a Torino, Lingotto Fiere Torino, Internazionale d’Arte Contempranea, dal 7 al 9 Novembre 2014 ( qui il link diretto ad Artissima)
“Shit and Die” è un insieme di sesso spinto e morte, mescolati in un grande amplesso d’arte.

Sesso

Sesso (fonte Corriere.it)

Sesso
(fonte Corriere.it)

Morte

Morte (fonte Corriere.it)

Morte
(fonte Corriere.it)

Non c’è che dire! Senza parole, lasciano davvero senza parole!

Leggo che il messaggio che Maurizio Cattelan vuole fare passare è che tanto tutti dobbiamo morire”

Beh, ci aveva già pensato qualcuno prima :”Memento Mori” dicevano gli antichi romani
“Eh…mo’ me lo segno” risponde Massimo Troisi.

 Chiara

14 pensieri su ““Shit and die”: Torino-Artissima 2014. “E mo’ me lo segno”

  1. Ciao Chiara,
    mi permetto di intervenire perché credo che le motivazioni della mostra di Cattelan vadano approfondite. Diciamo che spiegare il titolo della mostra con “tanto tutti dobbiamo morire” è riduttivo rispetto alle motivazioni che hanno spinto Cattelan e le due curatrici a scegliere questo nome e le opere conseguenti.
    Prima di tutto la mostra è legata al territorio che la ospita, in questo caso Torino, come puoi leggere dalle stesse parole di Cattelan:
    “…abbiamo scelto lavori che rispondevano o arricchivano le questioni trovate a Torino: il suo passato di città industriale ormai in declino, la fascinazione per il collezionismo, il feticismo per gli oggetti, insieme al lavoro di artisti torinesi e produzioni ad hoc, commissionate ad artisti che rispondessero a questo contesto”.
    Inoltre il nome… la provocazione maggiore… parla della vita, dell’ineluttabilità della morte e dei percorsi per arrivarci, la quotidianità, che ti pone di fronte a percorsi ripetuti e tanto banali quando indispensabili e sacrosanti, uno dei quali, nonostante rappresenti un inutile tabù (o forse proprio per quello), è cagare. Anche qui le sue parole riescono a spiegarti meglio:
    “Ne abbiamo preso uno in prestito, che in fondo non è così lontano dal tatuaggio, da un’opera di Bruce Nauman: One Hundred Live and Die. Shit and Die è una delle scritte al neon di cui è composta l’opera, che sintetizza cento possibili modi, banali e tragici di vivere e morire. Potrebbe sembrare solo un titolo accattivante, ma in realtà ha un legame più profondo con la mostra. Per noi si tratta di una poesia, piccola e senza pretese, dedicata all’esistenza, che mette in luce i concetti di polarità, paradosso e mistero nella condizione umana, nonché l’impotenza di fronte alla mortalità. Qualsiasi cosa una persona possa fare, vivrà, cagherà e morirà: noi, voi, Camillo Benso di Cavour, Nietzsche, Gigi Buffon.”
    Io sinceramente quoto Cattelan. Credo che sia indispensabile, per capirlo, andare oltre la mera provocazione e indagare le motivazioni della mostra e del suo lavoro in generale.
    Detto questo, se desideri approfondire, trovi l’intervista qui su artribune:
    http://www.artribune.com/2014/11/shit-and-die-parla-maurizio-cattelan/
    Ciao e buona giornata Chiara e grazie del tuo contributo, aspettavo che qualcuno ne parlasse e dicesse la sua sulla mostra. Io purtroppo non ci potrò andare, ma lo farò attraverso i commenti dei fortunati.
    Buona giornata 🙂

    • Prima di tutto, ti ringrazio. Il tuo commento vale un post! La mia, come avrai capito, è essa stessa una provocazione, un’istigazione direi, ad andare a vedere la mostra e a formarsi il proprio punto di vista. E’ per questo che ho ridotto tutto a “e mo’ me lo segno”
      Io, a differenza di te, non amo questo modo di fare arte, sebbene sia sempre disposta a vederla e tentare di capirla. E quindi ben venga Cattelan e il suo saper scuotere le menti.
      ( se riesco ad andare, ti farò sapere le mie impressioni dal vivo)
      Ciao 🙂

      • Beh diciamo che mi riservo anch’io di dire la mia dopo aver visto le mostre, non è che amo la provocazione di default. Certo la ritengo un modo di smuovere le coscienze ma non mi piace quella fine a se stessa. Per questo ho approfondito la questione e attendo con ansia le tue considerazioni 🙂
        Grazie Chiara!

  2. Io credo che Cattelan sia stato sopravvalutato sin dai primi giorni. È un personaggio che si muove per “stupire” e lo fa con ogni mezzo a disposizione. Sue opere hanno poi come al solito raggiunto quotazioni assurde e straordinare per oggetti e “provocazioni” che mancano dell’elemento artistico più fisico nel termine (mi viene in mente il foglio di quaderno a righe delle elementari con la scritta ripetuta all’infinito “Squola”! passato in asta a 20mila euro…, per non accennare proprio alle quotazioni milionarie del Papa, Il letto di morte etc…). Sinceramente col concetto di Arte (adeguato ai nostri tempi) Cattelan rientra nel percorso ma troppe cose ormai sono solo delle stantie riprese prove orami di tutto, e penso anche alla Toilette Paper dai costi enormi per copia (credo stia intorno ai 50€) con all’interno contenuti perlopiù stomachevoli. È evidente che anche la mostra nellambito di Artissima è “l’ennesimo asso nella manica” per fare rumore … Io non ho visto la mostra ma ne ho letto molto in questi giorni inclusa una sua intervista su Artribune… ma non mi colpisce niente di quanto proposto e “motivato” a giustificazione di un’accozzaglia di cose dal tema vago.
    PS da napoletano, credo che l’interpretazione di Trosi rappresenti una performance di altissimo livello che nell’ambito delle esposizioni attuali, meriterebbe un posto di tanto rispetto!

    • Più tardi leggerò l’intervista di cui, sia tu che Barbara, dite. Ci sono artisti, come Cattelan molti altri, che diventano più personaggi che artisti veri. Ed è di questi tempi credere e dare credito più ai personaggi, quelli che fanno notizia per intenderci, che all’arte alla sua bellezza.
      Forse è solo un segno dei nostri tempi, decadenti e fallaci, impostati in prevalenza sull’apparire che sull’essere.

  3. Ciao Chiara
    Confesso tutta la mia ignoranza, ma per me l’arte deve far emozionare, deve affascinare, deve farci sognare, deve ammaliarci. Francamente questo signore mi lascia totalmente indifferente.
    Temo che certi artisti puntino più che altro sull’effetto shock per conquistare la celebrità e, a giudicare dalle fotografie che vedo in questo tuo simpaticissimo post, ho proprio paura che questo sia un caso tipico.
    Non ho in programma un viaggio a Torino, ma se ci dovessi venire sceglierei di visitare qualcos’altro.
    Un abbraccione!
    Andrea

    • Il Museo del cinema alla Mole, per esempio!
      Maurizio Cattelan ama impressionare, questo è vero. Lasciare dei segni, forse più simili al fastidio e al disgusto che alla bellezza.Perché personaggi così abbiano tutto questo successo, credo di non saperlo dire, ma forse è solo in mio limite.
      Un abbraccio grande a te

      • Ormai ho i miei anni e ho imparato come va il mondo. Distruggere è più facile di costruire, lamentarsi è più facile di ammettere i propri limiti, stupire con la volgarità e la sfacciataggine è più facile che farlo con l’intelligenza o l’ironia. Quella donna con il pene eretto non è solo disgustosa, è anche banale: sul web si vede di meglio 😉
        Ciao!

  4. Chiara io non conoscevo questo artista e diciamo che questa arte non trova proprio i miei favori. Ma hai ragione, muove le persone e credo che in effetti sia inevitabile, nel corso della vita, trovare a fare i conti con il pensiero della morte.
    p.s. mo me lo segno pure io 🙂

    • Cattelan è uno degli artisti contemporanei più conosciuti. Se segui non solo l’arte, ma le notizie dal mondo, ne troverai traccia. i bambini impiccati hanno fatto grande scalpore, come il Papa atterrato da un meteorite. E’ una provocazione continua, basta comprendere il limite tra questa e l’arte, davvero labile di questi tempi.
      La morte è la fine corsa di noi tutti e non ce n’è scampo…diverso si può dire della “shit” ovvero merda, della quale invece, soprattutto in campo d’arte, ( vedi “la merda d’artista” di Piero Manzoni all’Arengario a Milano) se ne fa un abuso eccessivo e davvero, a mio giudizio, poco artistico.
      🙂

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