Verification Handbook, come si verificano le fonti digitali

“Da settimana scorsa è online – SCARICABILE GRATIS – la versione italiana di un manuale che serve ad acquisire tecniche e competenze per verificare i contenuti digitali prodotti dagli utenti specialmente durante le emergenze.

Qui in Italia, questo libro è fantascienza e tutti noi lo aspettavamo da due anni e mezzo, ovvero da quando è uscito in inglese.

Non mi interessa che scriviate che l’ho tradotto io. Non mi interessa che scriviate che se l’ho potuto fare è solo perché esistono gli abbonati di Slow News e di Wolf. Quello che mi piacerebbe è che venisse condiviso, scaricato, letto, studiato e discusso in tutte le redazioni, online e non, con tutti quei direttori che sostengono di essere fedeli sempre e comunque alla verità.

Questa, oggi, è la base del nostro lavoro. Che lo vogliate o meno. Non vi va bene? Tenetevi Gramellini.”

Andrea Coccia collaboratore de Linkiesta e cofondatore di Slow News.

Qui il link di Verification Handbook tradotto in italiano da scaricare gratuitamente.

logo

Vi invito a leggere, scaricare, diffondere, perché in Italia siamo fermi a 1000 anni fa.
Non è vero?
Un esempio: due giornali locali hanno pubblicato la STESSA notizia di un furto avvenuto in una gioielleria. Una delle due testate ha sbagliato il nome della gioielleria (Arnaldi e non Aranaldi) e il prezzo dell’anello rubato varia da 4000€ a 5000€. Bruscolini no? Cosa vuoi che siano 1000€ di differenza?

errori

Link utili
Il libro Verification Handbook tradotto in italiano http://verificationhandbook.com/book_it/
Slow News http://www.slow-news.com/
Linkiesta: come si verificano le fonti digitali spiegato bene http://www.linkiesta.it/it/article/2016/06/29/come-si-verificano-le-fonti-digitali-spiegato-bene/30988/

 

Pubblicità

I giornalisti sono morti e i lettori non stanno tanto bene

Avete presente quando in rete è comparso questo esempio di restauro mal fatto?

fonte Il giornale.it

fonte Il giornale.it

L’affresco del XIX attribuito all’autore  Elìas Garcìa Martìnez, si trova nel Santuario della Misericodia di Borja in Spagna; rappresenta Cristo con una corona di spine il cui titolo è “ecce homo”.
Un’anziana signora, così citano le cronache, in accordo con il parroco, ha messo mano all’affresco e il risultato è quello che vedete sulla destra. Forse irreparabile, non si sa; ma si sa che l’intera comunità di restauratori, critici e amanti d’arte è insorta contro questo scempio e ancora dopo un anno se ne porta l’eco.
I restauratori ci sono, acciaccati ma vivi.

I giornalisti no, quelli devono essere tutti morti; intendo quelli con il patentino da giornalista, quelli che vengono pagati dalle testate, che studiano, si informano, si documentano, curano lo stile, la grammatica.
Sì, perché altrimenti non si capirebbe il loro silenzio davanti allo scempio a cui assistiamo ogni giorno noi lettori che cerchiamo, ultimi baluardi, di informarci leggendo le varie testate, da quelle nazionali a quelle locali.
Notizie inventate, fotografie non corrispondenti ai fatti, nessuna citazione, nessun credits per le fotografie.

È ovvio che i giornalisti siano tutti morti, è risaputo.
Ma i lettori no, anche se, dopo notizie come questa letta su di una testata locale, non stanno molto bene.popò

 

Chiara

Fino a che punto?

“I giornali si leggono avidamente e molto, ma in modo superficiale e fuggevole; ciascuno cerca soltanto quelli che in prima pagina recano titoli sensazionali, scritti a caratteri cubitali. Gli articoli stampati e composti con scrittura minuta li leggono in pochi. Tutto quello che accade è accompagnato dal rumore e dallo splendore delle parole grosse.”
Ivo Andric “Il Ponte sulla Drina” 1945

Ciò che Ivo Andric scriveva nel 1945 raccontando della lettura nel 1915, non è molto dissimile dai giorni nostri. Siamo per la maggior parte lettori frettolosi, attratti dai titoloni; il contenuto è per pochi.
Le immagini sono il campo forte su cui tutto ruota e più sono forti e scioccanti, più sono esplicite e crude, più ne veniamo catturati.
Lo sanno bene gli esperti di comunicazione che non perdono tempo per considerarci uomini primitivi.

Due esempi:
Belen influenzata si fa ritrarre nuda moribonda nel letto1443544532-12047116-798907136898194-6279539135591184960-nla Lilt per la campagna di sensibilizzazione del tumore al seno, sceglie Anna Tatangelo nuda che si strizza le tetteANNA-TATANGELO-LILT-TESTIMONIAL

Qual è il messaggio passato?
Due belle donne nude, che possono farci piacere o invidia, ma il messaggio? Dov’è il messaggio?

Belen è brava nel comunicare, ma ciò che è passato a me è che per qualche like è disposta davvero a tutto.
Anna Tatangelo ha un bel fisico, ma ciò che è passato a me è che è una mera operazione di marketing e del tumore al seno proprio nulla.
Già, perché il tumore al seno non si scopre abbracciandosi le tette, ma palpandosele. Il tumore al seno può venire a tutte noi, sia con tette grandi che inesistenti.

Uomini primitivi, questo ho scritto prima; questo è ciò  che il marketing, chi fa comunicazione, pensa di noi.

Chiara 

E tu, come commenti, quali sono i commenti che gradisci, quelli che ti urtano?

WordPress è un mondo a parte a mio giudizio, nel web. Un mondo aperto e, così mi pare, senza troppi pregiudizi e condizionamenti. Si incontrano le persone e le loro idee, si possono scegliere tematiche da seguire, gli indirizzi politici, poesia o narrativa, saggistica o diario personale. Siamo noi che preferiamo leggerezza o profondità, privilegiando la qualità dello scritto, la sua carica emotiva o una affinità di sentimenti ed amicizia.

Ciò su cui spesso mi interrogo è la valenza del commento, sia quelli che si ricevono sul proprio blog che quelli che noi facciamo agli altri.
Passando in rassegna alcuni blog che seguo, prima del commento trovo: da ilnuovomondodigalatea ” PATTI CHIARI, AMICIZIA LUNGA: VOI POTETE SCRIVERE QUELLO CHE VI PARE, IO POSSO BLOCCARE CHI MI PARE” ; bortocal ” non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va 🙂 “; strinaturedisaggezza ” COMMENTA PURE, SE TI VA, MA SII AVVISATO CHE QUALSIASI COSA NON INERENTE ALL’ARTICOLO SARA’ CANCELLATA IMPIETOSAMENTE”; gaialodovica ” Che fai? Commenti?”; franzdeboeuf ” NON TEMERE DI ESPRIMERTI”
e via scrivendo. 
Questo fa comprendere che il commento assume un ruolo importante nel blog, una sfida con il lettore, quasi. C’è poi chi sceglie la moderazione del commento per una qualche forma di protezione ai pensieri.

Io personalmente lascio libertà assoluta ai commenti. Se qualcuno vuole scrivere pensieri contrari ai miei, sono ben pronta a rispondere o se vuole solo scrivere schifezze, chi ne pagherà le conseguenze di fronte agli altri lettori, sarà solo chi avrà commentato, non certo io che leggo.
Prediligo i commenti articolati, quelli in cui il lettore mette di sé, la propria esperienza in appoggio o contrasto alla mia. Apprezzo i “bello” “mi piace“, rafforzativi al semplice bottone “mi piace”.
Non gradisco i commenti con solo il link di un proprio post, che appunto rimanda al blog. Va bene segnalarlo, ma con una spiegazione che ne dica l’utilità. Lo trovo supponente e maleducato.
Talvolta ho tolto la possibilità di commentare. Sono state le volte in cui ho usato wp come diario personale ma non volevo alcuna interazione. Una sorta di intimità condivisa.
Ritengo infine fondamentale per lo sviluppo del blog e l’interazione con i lettori-followers, la mia risposta al commento. Io sono qui, su questa piattaforma, non per egocentrismo ma per condividere. 

Lo stesso vale quando tocca a me commentare. Provo a confrontarmi, a leggere con attenzione e portare il mio contributo. Alle volte non riesce, specialmente se si tratta di amici o se il post è divertente: ecco che allora il commento scemo fa da padrone e bene che sia così. Cerco di stare nel tema, o di seguire lo spirito poetico e di non cadere nel banale “sapessi cosa è successo a me!”

E voi?
Come commentate? Siete soliti commentare e interagire con i blogger? Vi piace che si commentino i vostri post? 
Quali sono i commenti che preferite? Ritenete utile la funzione del commento per lo sviluppo del blog e quindi dei vostri pensieri?
E la poesia, ad esempio, come si commenta?

Chiara