Scrivere, tutti scriviamo!
Beh, non proprio tutti ma un bel numero corposo e succulento! A partire dai social, Facebook, Twitter, passando dai blog, quanti ce ne saranno al mondo? Quanta gente batte freneticamente i tasti nella speranza di infilare dieci parole corrette una dopo l’altra?
Scrivere, scriviamo in tanti, di noi, della vita, dei sogni, dell’amore, di poesia, delle notizie, i giornalisti scrivono di notizie, anche di bufale, ma spesso di notizie e opinioni.
E spesso le scrivono male.
Forse ci siamo persi un pezzo, forse per la smania di arrivare UNO e di scrivere sotto il magico spirito dell’ispirazione, ci siamo giocati la grammatica.
Io certe cose non riesco a leggerle, spesso non riesco a rileggere nemmeno me stessa e ogni volta che mi rileggo mi correggo e, a rigor di logica, non mi pubblicherei mai.
Qui occorre un manuale, un foglio anche, delle regole chiare. E non si parte dall’eccelso, ma dal basso, dagli accenti, dai pronomi, dal pultroppo -c’è davvero qualcuno che scrive pultroppo?-
Ecco che può venire utile tenere sul tavolino questo articolo di Tatiana Cazzaro, copywriter relazionale scritto per il blog della Rete al Femminile di Biella: “Come si scrive? Piccola guida per scrivere senza errori” (cliccando qui puoi accedere al link diretto, poi torna a dirmi cosa pensi di errori e scrittura)
Tutto giusto. La questione dell’accento grave sulle vocali chiuse, quali “i” e “u” però non credo sia cosí semplice. Porto avanti una mia personalissima battaglia proprio accentando, volutamente, in maniera acuta e non grave le parole che terminano con quella vocale.
«Quelle vocali» volevo scrivere.
Ciao! La domanda è: perché? 🙂 (sono Tatiana, quella che ha scritto il post). È una regola grammaticale, non un vezzo. 😉
Perché le regole grammaticali non sono fisse e gli accenti indicano come deve essere pronunciata la parola. Le vocali chiuse non possono essere pronunciate diversamente da come le pronunciamo, quindi un accento che dovrebbe aprirle non può farlo, con l’altro invece si può mantenere la coerenza della pronuncia e della trascrizione. :- )
(smembro la faccina perché non me le fa vedere nel modulo di risposta dei commenti e penso che possa essere cosí [!!!] anche per gli altri, non per qualche assurdo vezzo inspiegabile!)
Adoro worpdress che non lascia correggere 😉 mette un’ansia quando faccio invio a un commento e poi rileggo e vedo l’errore lì, che mi guarda!
È una tragedia!
Ci mette a nudo mio caro!
E non sempre siamo belli come desideriamo, ahinoi.
Vero, come desideriamo. Io per esempio oggi mi sono comperata un pacco di sfogliatine che adoro e ne ho mangiate un po’ e so già che domani la pesa mi darà brutte notizie. Ma pazienza.
È osceno il bivio che ci viene quotidianamente posto.
Ma no, butta la monetina e decidi da che parte stare. Io dalla parte dei biscotti! Sempre!
Ma sí, hai ragione tu: evviva i biscotti!
Beh, ma -volutamente- non è come sentirsi un po’ Dio? 😉 o Dante, dipende…
E chiunque scrive non è forse un demiurgo, o anche solo un poeta?
Vero anche questo (oggi dispensi verità, mio caro) ma se un poeta può atteggiarsi a Dio, non lo stesso può uno scrittore, un giornalista. La grammatica viene prima di tutto, un testo mal scritto, sebbene abbia un buon argomento, resta prima di tutto un testo mal scritto.
Il problema è chi o cosa definisce un testo mal scritto. Nella letteratura troviamo molti esempi discordanti con la grammatica. Perché le regole grammaticali, sicuramente non statiche, si muovono molto piú lentamente della lingua che viviamo. Che ci piaccia o no.
Ed in realtà io sono contento di non parlare latino ora come ora. Magari i nipoti dei nostri nipoti saranno contenti di poter usare «piuttosto che» nell’osceno modo in cui viene da molti usato già oggi.
Credo sia corretto seguire il tempo presente e le sue regole. Se uno oggi scrive in latino, ovvio che viene frainteso ed è anacronistico farlo. Quanto inutile.
Il post di Tatiana e le sue regole non sono paletti irrevocabili, sono consigli per un uso corretto degli strumenti. Se alla fine impari, non riesci più a leggere cose senza regole. Per me mal scritto è inteso scritto male, non corretto, con refusi, errori. Strafalcioni.
Capisco e conosco quelle regole, da prima che la tua amica le scrivesse, ovviamente. Ma non sono io, in particolare, il destinatario prefissato del suo articolo.
Io gioco con le parole, i significati, gli errori e l’aspetto che grafico, consapevole di quello che è ritenuto sbagliato e corretto. Per questo motivo alcune persone non mi leggeranno o non riusciranno a capirmi? Mi spiace, ma non posso forzare nessuno.
Il mio obiettivo è essere letto e compreso da tutti? Assolutamente no.
Grammatica, strafalcioni e non solo!
Recentemente come penso ti sarà capitato di avere letto sul mio blog, ho editato un mio scritto, un libro che avevo pensato per le mie nipoti (che nel frattempo sono cresciute!) e che nel frattempo mi è sfuggito di mano diventando qualcosa d’altro. Ecco, ne aveva bisogno di correzioni! Già perché non è solo questione di grammatica, o di costruzione delle frasi e punteggiatura, che già, vero,… se ne può discutere… c’è anche un problema di capacità di de-scrivere, di fare capire, di non ripetere i concetti mille volte e annoiare, di non fare perdere il filo a chi legge e scrivere cose belle.
Molti scrittori in erba (tra cui io) pensano: ecco ho scritto 300 pagine e ora to’ leggetelo! E’ differente e tanto scrivere un articolo da blog rispetto a scrivere un libro. Ho ancora i polpastrelli in fiamme per avere riscritto 10 volte ogni pagina, così come l’editor probabilmente mi ha maledetto per gli straordinari a cui l’ho sottoposta!
Il primo errore? Non usare il correttore ortografico: ragazzi funziona, è il primo strumento che vi fa capire … quanto siete impazienti di finire.
Tutto questo implica cosa? Difficoltà di lettura. Noia… Abbandono in un cassetto.
Ps.: prima di un corso di scrittura creativa, val la pena fare un corso di scrittura e basta! 😀
Dici delle cose giuste e sì, ho visto del tuo editing. (non commento ma leggo, lo assicuro spesso a voi blogger)
Rileggersi dopo anni è un dramma, ma avere l’umiltà e il coraggio di riscriversi è un grande esempio di intelligenza.
Ma senza capacità critica si finisce appunto in un cassetto, nel nostro, a fare polvere. Se si vuole farsi leggere bisogna lavorare duramente, come costruire una casa, dalle fondamenta, un passo alla volta.
Complimenti per il tuo libro, quando uscirà? O se è già uscito, mi rinfreschi la memoria?
Buona notte 🙂
Grazie, parlo per esperienza diretta, ciò non vuol dire che per tutti valgano le stesse cose, questo per mettere le mani avanti, non vorrei passare per quello “saputo”.
Si, lo so che mi segui, perché vedo i tuoi commenti e vedo che sono frutto di un’attenta lettura.
Il libro è uscito da qualche settimana sotto il marchio di Ipazia books, purtroppo per ora il collocamento lo pone tra i libri “cari” ma il prezzo scenderà come le copie si cominciano a vendere (spero!). La paura è che il prezzo spaventi gli acquirenti, resto pur sempre un esordiente di talento così così!
Vorrei (se posso) inviartene una copia via Kindle… appena scopro come si fa (in realtà devo farlo dal sito kindle USA non quello IT… non so come mai ma è così).
Riguardo le capacità, troppo spesso ho visto roba pubblicata anche da case editrici “serie” con un sacco di refusi e errori grossolani.
Non ti metto il link al libro perché sennò è pubblicità! 🙂 🙂 E mi scoccia riempire i blog degli altri con il mio “ego”!!!
Ma se te l’ho chiesto io non è spam, è assolvere a una richiesta, dai 🙂
ahah… si tra l’altro è in 2a posizione nelle vendite di Amazon!!
https://ipaziabooks.com/2017/10/01/le-avventure-di-emma-mancini-posizione-1-su-amazon-per-la-sua-categoria/
Viva!!! 🙂
E certo che puoi inviarmene una copia, mi farebbe parecchio piacere. E grazie 🙂
Non è banale… guardo se ho la tua email, credo di si, ti chiedo delle info.
Eccomi, hai email
Già che ci sono mi permetto di segnalarti questo link
https://vibrisse.wordpress.com/2017/10/11/una-chiacchierata-sullediting-con-esempi/
ok, grazie 🙂
Vibrisse è un blog che seguo, grazie però, questo post me l’ero persa.
Anche io ne seguo tanti… porò di tanto in tanto ne recupero uno e lo ripercorro tutto. In fondo la vita è fatta di scoperte no?
Certo, la vita è fatta di scoperte e curiosità, di incontri e messaggi. Siamo fortunati a vivere questo momento, non sciupiamolo.
E’ così, non sciupiamo il tempo è poco. 😉
Oh, piuttosto, il link ti è arrivato?
no 😦
Urka
riprovo tra 1 minuto!
Poi ti dico
C’è un intoppo a quanto pare… la spedizione è bloccata ma l’ordine è partito… mah! Sto contattando Amazon.it per capire come mai non va. Lì per lì pensavo fosse un sistema di blocco degli invii dovuto a chissà quale regola anti-frode, ma pare di no! 🙂 Brancolo nel buio legislativo dei Kindle!
Speriamo sia solo in questo caso e non in tutte le vendite. Io aspetto, sono qua. Al massimo, se esco, lascio il cartello “Torno presto” :p
Ahahah speriamo di no! 🙂
Carissima,
il problema non è scrivere -chi legge in Italia?- quanto parlare malissimo e non faccio nomi…
Parlare malissimo è solo la conseguenza di non aver mai letto. Non so a chi ti riferisci tu, ma ce ne sono parecchi in giro, presuntuosi e arroganti nella loro ignoranza.
Io preferisco leggere, sempre.
Un abbraccio
credo che il vero problema nasca alla fonte. La scuola che ha smesso la sua funzione educatrice. Analisi logica, analisi grammaticale. Fossili del paleozoico culturale. I media? Lasciamo perdere. I libri che escono? Scritti male e con errori a gogò.
Come si può pretendere che poi si scriva bene senza errori.
Leggo sopra il problema degli accenti. Per quanto mi riguarda è e é cerco di usarli per le altre vocali è più complesso il problema, anzi è un problema di tastiera.
Io ho detto una bugia ma prima o poi verrà a galla. Giusta come lo scritto
Magari non se ne accorgerà nessuno 🙂