Come ogni anno passo una giornata al Fuorisalone di Milano, la manifestazione parallela al Salone del Mobile. Descrivere cosa sia il Fuorisalone è davvero difficile; e non servono neppure i cataloghi, le cartine, se non per segnare alcuni eventi che davvero interessano. Conviene camminare con curiosità, intuito, stupore.
Percorrendo le vie del Brera District Design e il distretto di Tortona ( quest’anno sono riuscita a vedere e neppure tutto solo in due distretti) ci si imbatte in totem che indicano che dentro a quella porta si può trovare un’installazione, una mostra, un evento, un cocktail, oggetti unici, spettacolari; o anche meno, se non si prova non si può sapere.
Io ho aperto tante porte, sono salita su ascensori che davano l’accesso solo a un appartamento e in quell’appartamento ho trovato legno, marmo, vetri, designer italiani, stranieri, molto Giappone, giovani, anziani: un calderone di età, lingua e razza.
Nelle foto che ho fatto ve ne racconto un po’. E so che se ognuno di noi potesse andarci, fotograferebbe un dettaglio diverso, quello che colpisce lo sguardo.
A latere una considerazione: se investi ti vedono. Non sempre, purtroppo, se sei bravo ti vedono. Ma se investi, se ti fai vedere, se ti metti in mostra, ti vedono.
Questo va a svantaggio di chi non ce la fa economicamente, perché per investire ci vogliono i soldi, e tanti, soprattutto in eventi spaziali come il Fuorisalone.
Ma se investi ci sei. Io ho sparso i miei biglietti da visita ovunque, alla mia piccola maniera ci sono stata.