Progetto Botteghe Scuola, un’esperienza di tirocinio.

Restauratrice per lavoro, creativa e amante d’arte per passione. Scrivo nel blog per sfatare il mito che un artigiano sia solo manualità pura, per comunicare con il mondo e condividere un mestiere troppo spesso vissuto come segreto e di casta.

Così mi presento nel blog della Rete al Femminile di Biella, dove scrivo da tempo insieme ad altre blogger. Ho fatto di necessità virtù e ho imparato a usare il web e le sue infinite potenzialità per superare i muri del mio laboratorio e uscire all’aperto, nel mondo, tra le gente e le opinioni.
Ma resta, lavorare sugli oggetti da restaurare, la mia più grande passione, il compito che meglio mi riesce, nel quale mi riconosco perfettamente.

È quindi stata un’esperienza interessante e formativa accogliere il Progetto Botteghe Scuola di Regione Piemonte per due edizioni, l’occasione per avere a bottega un tirocinante per sei mesi, sei mesi di formazione e crescita.

E di questo  parlo oggi nel blog della Rete al Femminile di Biella.

“Tramandare la propria arte e conoscenza è il compito primo di ogni artigiano. Restare chiusi tra le proprie mura, conservando gelosamente tecnica e materiali, è il modo più facile per far perdere le proprie tracce; spesso così viene fatto, ma siamo sicuri che sia la mossa vincente?

Da 25 anni ho una bottega di restauro a Biella e credo nella condivisione delle idee, soprattutto quando si tratta di insegnarle.
È per questo che ho accolto con entusiasmo il Progetto Botteghe Scuola di Regione Piemonte, un progetto che ha visto la sua nascita nel 2002…..(segue QUI) 

9 pensieri su “Progetto Botteghe Scuola, un’esperienza di tirocinio.

    • Sì, una bella esperienza per me e per i tirocinanti. Li ho fatti lavorare parecchio, su tutti i fronti, come è giusto che sia con una ditta individuale: devi sapere lavorare sì, ma anche trattare con i clienti, scrivere un testo, fare le fotografie, studiare le epoche storiche delle ceramiche. Ho salvato solo la parte fiscale, che non so fare nemmeno io 🙂

  1. Brava Chiara. Inizialmente sarà un impegno, ma penso che da questa esperienza possano nascere cose positive per tutti, soprattutto per i nostri ragazzi che hanno bisogno di imparare cosa significa il lavoro.

    • Se non tocchi non credi. Se hai letto il testo finale scritto da Mariasole, capirai che è proprio così che è stato vissuto il tirocinio, come un momento di passaggio dalla vita scolastica, troppo spesso teorica, a quella lavorativa, molto più impegnativa ma gratificante.
      È un impegno, non lo nego, ma è utile per tutti.

      • Si, l’ho letto. Ogni studente quando si avvicina al lavoro pensa alle specificità di quella professione: l’architetto pensa che andrà a progettare, l’avvocato a difendere, il restauratore a restaurare… Poi, dopo qualche tempo, si capisce che il lavoro ti insegna a vivere, a interloquire con le persone, a risolvere problemi, a lottare con la burocrazia, a far quadrare i conti…

  2. Pingback: L’arte si conserva o si diffonde? | squarcidisilenzio

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