Pensi come un uomo o come una donna?

Gira in questi giorni nella home di un famoso e  molto chiacchierato social network, quello in cui tutti sbirciano e ne fanno fede di vita, ma che sono sempre pronti a disprezzare, un giochino.
“Pensi come un uomo o come una donna?” (qui l’ameno test per chi volesse usare in modo diverso la sua pausa caffè)

Nella mia home compare il link solo in profili di donne. Tutte si ritrovano ad avere più caratteristiche maschili che femminili e di questo ne vanno fiere!

Io, così ve lo dico, il test non lo farò perché so bene di essere donna, di pensare come una donna, di vivere come una donna.
A me piace il mio seno, le mie gambe, il mio cuore che batte con romanticismo. Mi piace la malinconia che mi assale quando vedo un bambino in fasce, quando abbraccio i miei figli da mamma.
A me piace essere donna, essere vissuta da donna, mi piace indossare la gonna e un intimo che esalta le mie morbide curve.
Mi piacciono i pensieri delle donne, mi piace cucinare, cucire, dipingere. Mi piacciono le mie lacrime di donna, i miei istinti, la passione, la sincerità. E la forza di esser donna, quella poi è la mia preferita.

A me gli uomini piacciono, mi piace come si rapportano alla vita, ma non vedo perché dovrei essere felice di pensare come loro.
Sono donna e so farlo bene 🙂

E voi? Vien proprio voglia di questo test?
E vi sentite più donne, voi uomini, o più uomini,  voi donne?
O state bene dove siete?

Chiara 

30 pensieri su “Pensi come un uomo o come una donna?

  1. Buongiorno Chiara, sono perfettamente d’accordo con te, ormai sembra che nessuno sappia più chi è e cosa è… possibile che abbiamo smarrito la nostra identità? Possibile che senza un telefono nelle mani non riusciamo a vivere? Ci annoiamo cosi tanto da non riuscire più a comunicare guardandoci negli occhi? Che tristezza Chiara!
    Un abbraccio a te.
    Mary

    • E’ un gioco di responsabilità, tutti a fuggire dalle proprie.
      E forse hai ragione: in un mondo così violento e senza meta, dove tutte le regole sono state stracciate, vi è una corsa a sfuggire dalla propria identità.
      Magari è triste, ma non abbattiamoci, cerchiamo di salvarci.
      Buona giornata

  2. Ho schivato il test fino ad ora, poi mi hai incuriosito. Ebbene, convinta della mia femminilità bla bla bla … ho scoperto che pens al 100% come un uomo … no comment. Però a questo punto potresti farlo anche tu, per avere un metro di paragone 😉

    • I test, se presi con divertimento, sono passatempi leggeri, secondo me. Ma io sono rimasta colpita più dalla soddisfazione di coloro che lo ha condiviso nella propria bacheca, donne, nel constatare di pensare quasi al 100% da uomo.
      Io preferisco pensare da donna 🙂

  3. Cara Chiara, credo che farò il test, dopo aver scritto quanto sto scrivendo.
    Iniziamo dal principio. Io credo fermamente nel Tao. Il Tao ci dice che siamo bianchi e neri al tempo stesso. Quindi in ciascuno di noi albergano gli opposti. Siamo simpatici e antipatici, siamo solerti e pigri, siamo allegri e tristi, siamo in cerca di compagnia e solitari. Non alternativamente. Questa è la chiave di lettura. Lo siamo “contemporaneamente”. Che, guarda caso, è quanto afferma (in modo approssimato e chi è davvero esperto mi perdonerà) la meccanica quantistica. Dicendo che una particella non è qui O lì, ma è qui E lì. Nello stesso momento. Contraddicendo l’evidenza che ci sta sotto gli occhi tutti i giorni. Ma sai una cosa? Il Tao dice anche che “chi sa non parla, chi parla non sa”, intendendo che esistono stati coscienziali superiori che non possono essere descritti, e che ci fanno sentire in comunione con l’Universo intero, e che quel che vediamo nella realtà quotidiana è un’illusione, è “maya”. E guarda un po’, la relatività generale di Einstein ci dice che lo spazio tridimensionale non è esattamente quello che costituisce l’Universo. Perché l’Universo “ragiona” in termini di continuum spazio-temporale, che si “curva” con la gravità delle masse costituite da stelle e pianeti. Quindi non esistono tre dimensioni soltanto, ma quattro, la quarta essendo il tempo, che quindi non è fisso e immutabile, bensì relativo. Concetti difficili da assorbire per noi. Perché chi sa non parla. Perché si esprime con delle formule astruse. E chi parla, confinando il tutto a tre dimensioni, non sa.
    Ecco, dopo questa lunga e laboriosa premessa, quel che voglio dirti è che in noi albergano contemporaneamente una parte maschile Yang e una parte femminile Yin. E ciascuno esercita la propria mascolinità e femminilità in funzione delle situazioni. E’ evidente che siamo diversi (vive la difference, disse un francese tanti anni fa… :D) ma questo non significa che dei tratti caratteriali possano essere più orientati verso lo Yin e altri verso lo Yang.
    Dopo un quarto di secolo vissuto con tre femmine, la mia parte Yin ritengo sia assai più sviluppata della norma, oppure chissà, poiché niente è per caso sono finito a vivere con tre donne per un quarto di secolo proprio perché ho una parte Yin molto sviluppata… In ogni caso questo è il motivo per cui farò il test, dando al test la credibilità che merita, cioè prossima a zero, ma sicuramente giocando e divertendomi un po’. 🙂

    • Sai che mi piace e comprendo tutto quello che scrivi? Sai che io credo fermamente che non esistono assoluti, che tutto è universo compreso e che se ne abbiamo voglia ed attenzione, potremmo essere capaci di capire il respiro del mondo?
      So bene che in me vive quello a cui permetto di vivere e se alle volte sono donna, altre sono uomo, ancora una volta consapevole che non esistano diversità se non fisiche.
      Ma ciò su cui io ho messo l’appunto nel post e che nessuno ha purtroppo letto, è quella strana soddisfazione dei miei contatti fb femminili nell’apprendere che il risultato del test aveva dato loro conferma della loro tendenza alla mascolinità. Io sono soddisfatta quando sono me e non conta se ragiono da uomo o da donna, conta che sia io e che sia serena nei miei pensieri.
      Ehi…grazie, mi è piaciuto tutto quello che hai scritto 🙂

      • Hai ragione, è deprecabile questo autocompiacimento di essere “con le palle”. Perché questo è, alla fine. E mi fa sorridere, perché io ho vissuto una fase della rivendicazione femminile forte, nella seconda metà degli anni 70. E vedere tutto quello che è stato fatto sul piano della lotta, delle manifestazioni, delle rivendicazioni, svilito al “io ho le palle” è francamente deludente. Ma fa parte di quest’epoca che stiamo vivendo. Invece voglio regalarti un’esperienza che ho avuto e ho già raccontato per email a qualcuno. Il tempo di ritrovarla e te la copionicollo in un commento. 🙂

      • Ecco. Trovato.

        Io dico sempre che ho un frullatore nel retro della testa, che gira sempre, incessantemente, ed è pieno di pensieri, mentre faccio qualunque cosa lui è lì gira gira gira e ogni tanto mi distrae.
        Sinora ero riuscito a fermare il frullatore solo facendo due cose. Andando in pista, e facendo footing. In pista il livello di concentrazione è elevatissimo, non puoi permetterti la minima distrazione, tutto accade velocissimamente e ecco, lì il frullatore si ferma. E arrivo alla soglia di uno stato coscienziale superiore, che si manifesta con il “tempo rallentato”. Vivo una vera e propria dilatazione temporale, per cui ciò che dura un secondo nel mondo “reale”, nel tempo rallentato ne dura cinque. Come se fossi in una moviola, e distinguo i singoli micro-movimenti che faccio. Sensazione inebriante. Quando facevo footing, invece, mi è capitato dopo 40-45 minuti, in cui magari stavo cercando di forzare l’andatura, di fermare il frullatore, e trovarmi nuovamente alla soglia di uno stato coscienziale superiore. In quel caso si manifestava con la sensazione di uscita dal corpo, di riuscire a vedermi da fuori. Anche qui, quasi una droga.
        Ecco, qualche giorno fa io credo di aver attraversato la soglia, e di averlo vissuto, questo stato coscienziale superiore. Condivido con mia figlia la passione per le montagne russe, per cui qualche settimana fa siamo andati insieme al nuovo parco vicino Roma aperto da poco, a Castel Romano. Ovviamente abbiamo fatto le montagne russe adrenaliniche, più e più volte. E c’era anche la torre, una torre da 54 metri. Quelle che ti fanno salire su su una fila di seggiolini e poi ti mollano in caduta libera, con frenata finale. Non una di quelle che ti lasciano a metà poi ti mollano poi ti ritirano su ti mollano e così via. No. Salita, 54 metri, e giù sino a terra.
        Non l’avevo mai fatta prima, la torre. Ho sempre avuto paura di avere paura. Ma quel giorno ho controllato da sotto, ho visto che non c’era “trucco”, che il tempo in cui si rimaneva fermi prima di esser mollati era costante, 3-4 secondi, e che la discesa durava 3-4 secondi. Per cui ho pensato tra me e me “al massimo mi fotterò di paura per meno di 10 secondi”. E così siamo saliti. Mentre mi tiravano su respiravo con la pancia, in modalità pseudo-yoga, per capirci. Siamo arrivati in alto, ho continuato a respirare. Ci hanno fermato, io respiravo, e poi ci hanno mollato. E siamo andati giù. Una sensazione mai provata prima, ma niente tuffo al cuore, niente cuore in gola, niente di tutto ciò.
        Poi abbiamo fatto altre montagne russe, abbiamo preso un aperitivo, e poi, al crepuscolo, ci siamo guardati e abbiamo detto “la rifacciamo, la torre?”. Mia figlia era molto meravigliata che non avessi avuto sensazioni di compressione allo stomaco, e così le ho spiegato la storia della respirazione e tutto il resto. Siamo andati, e non siamo stati seduti vicini, eravamo alle estremità opposte della fila da 4 seggiolini. Ero solo. Sono salito respirando, ho continuato a respirare, siamo arrivati in alto.
        Era il crepuscolo, la luce era “strana”. Non ancora buio, ma non luminoso, il sole non era ancora tramontato completamente ma le luci in lontananza erano già accese. Il panorama sotto di me era meravigliosamente strano. E quando hanno mollato, è successo. Una sensazione mistica. Dico mistica perché più volte ho tentato di spiegarla in parole ma non riesco a trovarle, non riesco a descrivere esattamente la sensazione. Mi sono sentito in armonia con l’universo intero. Mi sono sentito parte di un tutto. Ho sentito che tutto aveva un senso, che il mistero dell’Universo era chiaro e limpido. Quando siamo arrivati giù non riuscivo a capacitarmi di quel che avevo appena vissuto.
        E ancora adesso, non trovo completamente le parole, non trovo il modo di usarle per descrivere delle sensazioni che ho molto chiare dentro di me, ma che non riesco a esportare usando il linguaggio.
        E come dicevo prima, “chi sa non parla, chi parla non sa”. Le parole non rendono, ahimé.

        • Non potrò mai provare un’esperienza simile, non salirei per nulla al mondo su quelle diavolerie. Però è bello e strano che tu abbia vissuto un non luogo fuori e dentro di te in 10 secondi.
          Io penso che basti, come ho scritto prima, stare attenti e il cuore del mondo lo si trova in ogni dove, basta essere con se stessi.
          Grazie di cuore per il tuo racconto e se non trovi le parole, poco conta; conta cosa è rimasto in te.

  4. Ho letto con interesse sia il post che i commenti… Non ho fatto il test. So di essere un mix di femminile e di maschile, e questo è il mio essere donna. Il mix è cambiato negli anni, con percentuali variabili dei due ingredienti. Ora mi sento in buon equilibrio. E comunque sempre donna che ama le differenze e gli uomini.
    Anche a me capita di incontrare donne orgogliose di pensare da uomini… è un segno dello spirito del tempo. Non mi entusiasma, però forse è solo che sto invecchiando e mi ritrovo meno nello spirito del tempo 😉

    • Infatti, dici bene. Un mix che ti porta ad essere te, con il tuo bel bagaglio di esperienze 🙂
      E “le palle”, di cui altre volte ho parlato nel blog, lasciamole a chi le ha davvero, a me solo l’idea di averle fa raccapriccio 😉

  5. Io sto bene così come sono, mi sento donna anche se per praticità porto spesso i pantaloni ma credo che la femminilità non si trovi solo nel modo di vestire.
    Un sorriso femminile per te!

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