C’è nel mondo una moltitudine di artisti che plasmano la terra. La modellano, la creano, le infliggono ferite, le donano poesia.
Impastano e tornano all’istinto primordiale, al contatto crudo con la materia; si sporcano le mani e d’istinto quel contatto arriva al cuore.
A chi non ha mai modellato l’argilla, consiglio di provarci e di riferire a sé il proprio sentire: eccitazione, ricordi di bambini felici, sapienza, consapevolezza. Occorre sapere che fintanto che si lavora la creta, la si può lavorare e se si sbaglia si può sbagliare senza tema di sbagliare.
La terra è un divenire che nasce, muore e rinasce.
Fino al momento dell’essiccazione e della cottura: ecco che allora la creazione diventa vera e univoca e non si torna indietro più.
E’ a mio giudizio quel contatto continuo tra le mani e la terra che rende gli oggetti in ceramica nutriti di poesia. Un quadro media con un pennello, una scultura con le sgorbie; un manoscritto con una penna, un mobile con pialle e seghe.
Intuite quindi di quale profonda spiritualità e preghiera sono imbevuti gli oggetti di cui ora vi racconterò.
Ho conosciuto in questi giorni la produzione in gres del Monastero di Bose, a Magnano, Biella.
Il gres è un materiale ceramico molto resistente, non poroso. I fratelli del Monastero hanno imparato la tecnica del gres alla scuola di Gérard Pott; il materiale da loro usato viene comperato principalmente in Francia o prodotto con terre moreniche della Serra. Il gres viene cotto a temperature elevate, dai 1200° ai 1350° e in seguito viene vetrificato.
I monaci ceramisti del Monastero ottengono le colorazioni con colori di origine naturale, ceneri di fieno, tralci di vite, lavanda, rosa, con cura e dedizione e, soprattutto, nel rispetto dei tempi silenziosi della lavorazione.
Il tempo di lavorazione è lento, più o meno due settimane dalla nascita alla sua realizzazione.
Nessun orpello abbellisce i prodotti in gres del Monastero di Bose: la semplicità è il loro cammino, la natura la loro ispirazione, la fede e la preghiera il loro spirito.
Vengono prodotti
-oggetti per la liturgia
-oggetti per la casa
-oggetti per la tavola
-vasi per ikebana
Originale e profondamente radicato con la natura, sono le creazioni ottenute con l’impressione delle foglie di piante lasciate sugli oggetti fino alla cottura. Tale tecnica produce il solco delle nervature della foglia e una colorazione bruna sul fondo chiaro dell’ingobbio del gres.
Suggestivo è il quadro a ricordo dei pneumatofori che hanno abitato il Monastero, visibile nel piccolo chiostro ad arena. I nomi sono intervallati dalle foglie, in un continuo esistere tra natura e vita.
Il tutto si trova esposto e in vendita nel piccolo negozio all’interno del Monastero.
Non vi troverete un cassiere o un commesso, ma una cassetta dove depositare il corrispettivo per l’oggetto acquistato. Lo so, pare strano in un mondo così perverso come il nostro, ma la fiducia deve ancor essere la molla che muove il mondo. E loro credono ancora nella bontà.
Occorre provare a tenere in mano un oggetto in gres prodotto dai fratelli del Monastero di Bose e chiudendo gli occhi tentare, in una regressione bambina, di sentire la fede.
Non serve essere cristiani, non è dottrina quella che si sente, è amore.
Amore e poesia.
Per il genere umano e il creato.
Quando si tiene un oggetto di questo tipo, portatore di storia di amore e dedizione beh…diventa unico. E lo si sente.
Ne avrai cura .sai che aspettava te, è pronto per raccogliere i tuoi pensieri che da altri pensieri (buoni) sono stati costruiti.
bellissimo post
grazie anche per le info
ciao
.marta
Da tempo penso che gli oggetti conservino l’energia di chi li ha creati e posseduti, le loro storie. So che può apparire un po’ folle, ma è bello per me crederlo.
Grazie Marta, se fossi più vicina ti porterei con me.
Buona giornata
..e io verrei volentieri 🙂
grazie
Quei monaci hanno fiducia in quei visitatori. Quindi è tempo sprecato tenere una persona a cassa. Quel monastero è sicuramente un’oasi di pace e la tentazione di rubare, perché non pagare l’oggetto preso è come rubare, credo venga meno.
Molto interessante è il tuo post accompagnato da splendide immagini.
Personalmente io respiro un’aria nuova ogni volta che vado a visitare il Monastero. Una serenità che alberga nei sorrisi e nei gesti di chi lo abita. E ripeto, non intendo dottrina, ma fede nella vita. Poi magari qualcuno che ruba c’è, ma credo sia davvero sporadico.
Grazie dei complimenti
Creazioni stupende!!!
Sono contenta ti siano piaciute. La loro semplicità è accecante.
davvero!! 🙂
L’ha ribloggato su squarcidisilenzioe ha commentato:
Gli eventi accadono se li conduci per mano. Se hanno visto nascite luminose, accadono di più.
E così, dopo 3 anni dalla pubblicazione di questo post sulle bellissime ceramiche in gres del Monastero di Bose, luogo affascinante e mistico, mi ritrovo a restaurare alcuni oggetti con la tecnica Kintsugi.
Se costruiamo la strada ci condurrà verso la meta.