Beppe Garella e il mito delle bambole Lenci.

Ho conosciuto Beppe Garella nel 1987.
All’epoca stavo terminando il corso di studi all’Istituto per l’arte e il restauro Palazzo Spinelli a Firenze, specializzazione “restauro ceramiche e materiali lapidei”.  A corredo dell’esame finale ( che superai con la votazione di 100/100simi, risultato di cui  vado fiera ancora ora, visto che i miei studi sono il mio lavoro) ci venne richiesta una tesi su di un’epoca o su di una manifattura di ceramiche.
Io, da buona piemontese, scelsi le ceramiche Lenci.

Non molto all’epoca era stato scritto, la monografia ” Le Ceramiche Lenci:1928 – 1964; catalogo generale dell’archivio storico della manifattura;  ( 86 tavole a colori, 1862 riproduzioni in nero)” di Alfonso Panzetta, Umberto Allemandi & C., 1992 – 410 pagine  era  ancora lungi da venire; le poche informazioni potevano essere prese da capitoli inseriti in libri che trattavano la ceramica italiana degli anni 1930, o consultando in biblioteca le riviste d’arredamento e design in auge all’epoca, quale ad esempio Domus.

Curiosa dell’epoca storica ed innamorata del fascino fiabesco e poetico delle ceramiche Lenci, decisi di contattare l’allora proprietario e titolare della ditta Lenci, presente nel 1987 sul mercato internazionale con la produzione di bambole in panno lenci.
Venni accolta una domenica mattina in via San Marino 56 bis a Torino, dal signor Beppe Garella. Ricordo di lui la classe e l’eleganza nei modi, la gentilezza e l’affabilità. Confesso che la prima impressione fu però ben diversa, visto che si presentò con una giacca in pelle da cowboy, con le frange e nulla del suo abito poteva farmi immaginare quale tempra d’uomo fosse.
In questo caso si può a ben dire che l’abito non fece il monaco!
Nella fabbrica, deserta la domenica mattina, il signor Beppe mi fece visitare le varie fasi produttive della lavorazione delle bambole in panno: la pressatura in stampi per i visi, la forgiatura, la pittura dei volti e le loro caratterizzazioni, la zona della cucitura, con tavoli, stoffa, fili, forbici, macchine da cucire in ordine perfetto.
Fu come respirare un altro tempo.
Fuori la strada chiamava il futuro, la tecnologia, dentro il ritmo era rallentato, silenzioso, arcaico e sognatore.

Restai in contatto per molto tempo ancora con il signor Beppe Garella, che, dopo che ebbi finito la scuola, diventò mio cliente, portandomi da restaurare splendidi oggetti in ceramica Lenci di sua collezione privata, cosa che fece anche il figlio dopo la sua scomparsa.

E’ un ricordo che talvolta riaffiora alla mente; Beppe Garella seppe darmi, con la sua professionalità e serietà, un valido esempio su come coltivare la propria passione senza cedere; un esempio di dedizione al lavoro che ancora porto dentro.

Chiara

Dott. Beppe Garella al lavoro presso Lenci  Foto presa dalla pagina facebook "Lenci Doll Collective"

Dott. Beppe Garella al lavoro presso Lenci
Foto presa dalla pagina facebook “Lenci Doll Collective”

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